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Dugongo - Distribuzione e habitat

 
 
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Mappa distribuzione dugongo
Distribuzione del dugongo

Questa mappa mostra la distribuzione conosciuta del dugongo. Come si può vedere è assai ampia e comprende almeno 37 nazioni, in zone tropicali e sub tropicali, dal Mar Rosso alle isole Vanuatu (Oceano Pacifico occidentale) e tra i 26°-27° nord e sud dell'equatore.
E' molto difficile oggi stimare la popolazione superstite del dugongo: indagine accurate sono state fatte solo in zone limitate e spesso risalgono a molti anni fa. Sicuramente la popolazione attuale è inferiore rispetto al passato, anche se mancano precisi dati storici per valutarne la riduzione e la frammentazione territoriale.
Un segno positivo è invece il fatto che il dugongo sia attualmente ancora presente ai limiti estremi della sua distribuzione storica. Va anche detto che i sistemi di rilevamento in uso sicuramente calcolano per difetto. Attualmente il rilevamento aereo consente stime più accurate (ha anche dimostrato che il dugongo è ancora presente in zone storiche in cui si riteneva estinto), ma per la maggior parte dei paesi e delle aree in esame si può solo contare su avvistamenti saltuari, catture accidentali con le reti e aneddoti dei pescatori locali.

Prateria di fanerogame
Una prateria di fanerogame (Halodule uninervis)
in cui è ben visibile il solco lasciato dal dugongo

Solo in 14 dei 37 paesi sono state effettuate brevi e limitate indagini, quasi sempre dalla costa, che consentono avvistamenti minimi. Indagini aeree più approfondite sono state fatte solo nel Golfo Arabico e lungo le coste del nord Australia, senza coprire però tutta l'area ove il dugongo è presente. Comunque, anche in questi paesi, le informazioni raccolte non sono sufficienti per stabilire un trend sulla popolazione, soprattutto tenendo conto che il dugongo è in grado di spostarsi su larga scala, superiore a quella delle indagini, nonostante queste abbiano coperto aree molto ampie, fino a 30.000 Km². Quello che è certo è che ovunque i racconti dei pescatori locali indichino un declino della popolazione dei dugonghi.
La distribuzione coincide con la presenza di baie tranquille e protette, con vaste praterie di piante fanerogame delle famiglie Potamogetonaceae, Hydrocharitaceae e Cymodoceaceae, di cui il dugongo si nutre. Sebbene sia così vasta, non si può non notare come questa sia interrotta da ampie zone in cui il dugongo non è più presente, o la cui presenza si sia ridotta ormai a pochi esemplari superstiti.

1. Regione Occidentale

Mar Rosso: un'accurata indagine aerea è stata fatta solo in Arabia Saudita nel 1986 con una stima di circa 1.800 esemplari. Nello stesso periodo sono stati stimati, nello Yemen, 200 esemplari, basandosi però solo sui racconti dei pescatori e catture accidentali. Mancano indagini accurate sulle presenze lungo la costa africana: avvistamenti di singoli individui (o piccoli gruppi) sono riportati nel golfo di Eilat, nelle marse egiziane e sudanesi, lungo le coste eritree, alle isole Dahlak e a Gibuti. Poiché le coste africane assomigliano molto, come conformazione e habitat, a quelle dell'Arabia Saudita, si era stimato che la popolazione potesse essere pari sulle due coste, portando così ad un totale di 4.000 esemplari. Forse però non era stato previsto l'incredibile sviluppo edilizio sulle coste egiziane, con grossi alberghi, marina per le barche annessi a resort o isolati (ricavati sempre dragando ed ampliando marse naturali) e lo sviluppo della flotta di barche da crociera, che ormeggiano in numero sempre maggiore nelle principali marse. A Marsa Alam, dove tra l'altro alcune voci segnalano la presenza di un giovane dugongo, una sera ho contato ben 21 barche ormeggiate, ognuna dotata di due gommoni che facevano regolarmente la spola con la riva.

Golfo Arabico: in questa zona si registra la seconda più grande comunità di dugonghi, dopo quella australiana. Si concentrano soprattutto nell'ampia insenatura a ovest del Qatar (con al centro il Bahrain) e ad Abu Dhabi. Qui sono stati anche trovati i più antichi resti di dugongo, risalenti a 6.000 anni fa. Un'indagine aerea del 1986 stima la popolazione in 7.300 individui. Sembra che le praterie di fanerogame lungo le coste di Abu Dabhi rappresentino il più importante habitat per i dugonghi della regione. Nei mesi invernali sono stati avvistati branchi di quasi 600 individui. Successive indagini aeree, nell'estate del 2000 e nell'inverno del 2001, hanno identificato circa 2.000 esemplari, principalmente nelle acque di Abu Dabhi. Di questi, più del 50%, era in acque profonde.

Africa Orientale, Oceano Indiano occidentale: qui si registra un rapido declino dei dugonghi, a rischio d'estinzione. Nel 1967 sono stati avvistati branchi di circa 500 individui, sia in Somalia che in Kenia, ma ora la situazione è molto cambiata.

Somalia: è impossibile stabilire quale sia la situazione odierna in Somalia, per via della situazione politica e della guerriglia che si protrae da parecchi anni. Alcune voci riportano la presenza di dugonghi alle isole Bajuni e nel sud del paese, con migrazioni da e per l'isola di Lamu, nel nord del Kenia.

Kenia: tutte le ricerche e ricognizioni aeree effettuate confermano la gravità della situazione. Nel 1994 le rilevazioni aeree hanno evidenziato solo 16 esemplari, nel 1995 è stata stimata una popolazione complessiva di 50 esemplari, nel 1996 sono stati avvistati solo 6 individui, tutti nella zona di Lamu. I dugonghi una volta segnalati nel sud del paese, nella riserva di Shimoni, non sono più stati avvistati nelle recenti ispezioni aeree.

Tanzania: dugonghi erano segnalati nel nord del paese ed una numerosa e importante comunità era presente nelle acque di Zanzibar. Secondo un rapporto del 1998, non esistono più esemplari nel nord, mentre non si hanno informazioni riguardo al sud. Sembra che siano spariti anche da Zanzibar: mentre negli anni '90 sono state segnalate ripetute catture, queste sono cessate sia nel 2000 che nel 2001. Gli avvistamenti lungo la costa del paese si limitano a poche unità. L'ultima segnalazione certa è del gennaio 2004, quando una femmina adulta è morta intrappolata nelle reti, nei pressi del delta del fiume Rufiji.

Mozambico: la situazione non migliora in questo paese. Negli anni '60 il dugongo abbondava, soprattutto nella baia di Maputo e nella baia di Bazaruto. Negli anni '70 erano frequenti incontri di gruppi di 8 o 10 individui. Ora gli incontri riportati dai pescatori sono molto scarsi. Un rapporto del 1998 limita a 2 o 3 esemplari la popolazione superstite nell'area di Maputo. Nella baia di Bazaruto si è invece avuto un buon andamento della popolazione per un certo periodo, con una stima di 130 individui nel 1997. Ma un censimento aereo, effettuato nel 2001 dal WWF, ha registrato solo 9 avvistamenti, per un totale di soli 13 individui.

Madagascar: le sole informazioni disponibili derivano dalle osservazioni e catture dei pescatori, che confermano un netto declino dei dugonghi. Incontri vengono segnalati sia nel nord-ovest che nel nord-est dell'isola, dove ci sono estese praterie di fanerogame. Qualche incontro è stato segnalato anche nella baia di Diego Suarez. E' impossibile fare una stima quantitativa, poiché le giovani generazioni dei pescatori ignorano cosa sia un dugongo e tutte le informazioni raccolte sono frammentarie.

Isole Comoro: pochi esemplari vivono nelle acque delle isole Comoro, con una esigua comunità stanziale nella baia di Mayotte, che dista oltre 100 Km. dalle altre isole dell'arcipelago.

Seychelles: non si hanno segnalazioni alle Seychelles, se non ad Aldabra (che dista però circa 1.000 Km. dalle isole principali), dove lo staff dell'Aldabra Research Station ha fatto quattro avvistamenti nel 2001, tre di un esemplare singolo ed uno di una coppia, vicino alle mangrovie nelle acque basse di Bras Monsieur Clairemont. Nella stessa zona, nel marzo 2002, gli studiosi dell'Aldabra Marine Programme hanno avvistato per due volte, durante una serie di 5 ispezioni aeree nella parte occidentale dell'isola, un singolo individuo. Queste ispezioni hanno rivelato anche, nella laguna, la presenza di un grosso squalo tigre, che rappresenta una minaccia per il dugongo.

Mauritius: si teme che qui il dugongo sia ormai estinto. Recentemente un amico mi ha segnalato di aver visto un documentario in TV su un dugongo alle Mauritius, ma non so quando sia stato girato nè ho altre notizie precise.  [Top]

2. India

In questa regione la caccia indiscriminata, perpetrata per molti decenni, ha quasi estinto la specie. All'inizio del secolo scorso branchi di centinaia di dugonghi erano segnalati nello stretto di Palk e nel golfo di Mannar, tra l'India e lo Sri Lanka. Ricerche aree condotte nel 1983, sia nello stretto che lungo le coste occidentali dello Sri Lanka, non hanno avvistato nessun esemplare.

India: la sola popolazione superstite sembra sopravvivere solo nel golfo di Kutch, nel nord-ovest dell'India, dove una ricerca del 1990 segnala una popolazione prevalentemente di giovani esemplari, facendo presupporre che questa possa essere una zona di riproduzione. In ogni caso questo gruppo risulta molto isolato da altre popolazioni, essendo a 1.500 Km. dal Golfo Arabico e 1.700 Km. dallo stretto di Palk.

Sri Lanka: fino alla metà del secolo scorso, i dugonghi sono stati cacciati al ritmo di 150 esemplari all'anno, considerando il solo golfo di Mannar. I pochi esemplari superstiti sopravvivono in questo stesso golfo.

Andamane e Nicobare: i dugonghi sono stati abbondanti fino al 1950, poi hanno subito un netto declino. Uno studio del 1999 stima la popolazione superstite in 100 esemplari.

Laccadive e Maldive: qui il dugongo è purtroppo considerato estinto.  [Top]

3. Est e Sud-Est Asiatico

In questa ampia zona esistono innumerevoli habitat idonei all'insediamento dei dugonghi, eppure ormai grosse popolazioni non sono più presenti, decimate dalla caccia che viene esercitata quasi ovunque. Per la vastità dell'area, indagini approfondite sono molto difficili e per molti paesi non esiste una stima della popolazione nè è possibile stabilirne il trend. Come curiosità, il nome dugongo deriva dal malese 'duyung'.

Malesia e Singapore: i dugonghi sono presenti in quest'area, anche se in numero limitato, concentrati soprattutto nello stratto che separa Singapore dalla Malesia peninsulare. Il loro numero però non è mai stato stimato. Verso il 1970 sono stati considerati estinti, ma successive ispezioni aree hanno confermato la sopravvivenza di alcune decine di esemplari. Nel maggio del 1999 diciannove adulti ed un piccolo sono stati avvistati durante una ricognizione aerea nelle isole di Pulau Besar e Pulau Rawa, nel sud-est della penisola.

Est Malesia e Brunei: anche per questa zona manca una stima sul numero dei dugonghi. La loro presenza è segnalata nella regione di Sabah, a Kota Kinabalu, Kudat, Sandakan e Semporna, così come nel Brunei. Ricerche aeree eseguite nel 2000 hanno avvistato sette gruppi di adulti, 14 esemplari nella baia del Brunei e 3 esemplari a Kudat. Gli individui supersiti sono pochi, ma va sottolineato che il dugongo non si è estinto a causa della caccia, come si credeva fino a pochi anni fa.

Indonesia: non esiste una stima della popolazione del dugongo in Indonesia, ma si sa con certezza che è presente in moltissime isole di questo vasto paese, da Sumatra all'Irian Jaya e dal Kalimantan alle spiagge nel sud di Bali. Interrogando i pescatori di molte isole ho avuto spesso conferma della presenza in zona di dugonghi, anche se in numero sempre minore, poiché viene ancora cacciato. In molti villaggi ho visto zanne ed altre ossa attribuibili al dugongo, tra cui un osso di forma affusolata che viene chiamato in loco 'osso del cervello', definizione che non so spiegare.
Sembra che le più importanti aree per il dugongo siano nel nord Sulawesi (dal parco di Bunaken allo stretto di Lembeh), l'isola di Biak in Irian Jaya, le isole Aru, Flores e la regione a nord di Timor. Singole indagini sono state fatte in aree troppo limitate per poter avere un quadro attendibile sulla reale presenza del dugongo in un paese così esteso. L'unico dato certo è che la popolazione è in rapido declino e in alcune zone addirittura decimata, nel giro di pochissimi anni, nonstante sia stata stimata una superficie complessiva di praterie di fanerogame di ben 30.000 Km².

Filippine: si ritiene che quasi tutte le isole filippine abbiano ospitato dugonghi, ma a partire dal 1970 è cominciato il declino della popolazione. Nonostante studi vengano effettuati sia da organizzazioni locali che internazionali, al momento non è disponibile una stima del numero dei dugonghi. Aragones (1998) ha identificato le seguenti come località con la maggiore concentrazione: l'isola di Palawan (incluse le isole di Busuanga e Calauit più a nord), le coste del nord-est di Luzon e le coste sud di Mindanao. E' stata notata anche una migrazione di alcuni gruppi a seconda dei monsoni.

Thailandia: i dugonghi sono presenti su entrambe le coste di questo paese: la costa delle Andamane, a ovest e il golfo di Tahilandia a est. La costa occidentale è quella che ospita le maggiori comunità. Ricerche aeree su questa costa, effettuate nel 1997 e nel 1999 hanno evidenziato rispettivamente 50 e 38 esemplari. Ricerche più approfondite nel 2000 hanno rivelato, nella sola provincia di Trang, 54 adulti e 13 piccoli. Nuove ricerche del 2001 hanno stimato, sempre a Trang, un minimo di 123 adulti e 13 piccoli. E' interessante quanto è emerso da numerose interviste con pescatori ed abitanti della costa delle Andamane, ovvero la coscienza che il loro benessere dipenda dall'equilibrio dell'ambiente, riconoscendo al dugongo la sua importanza in questo equilibrio. Dalle interviste risulta anche che è opinione comune che il dugongo sia in declino nelle zone dove un tempo abbondava. Uno studio del 2000 ha invece stimato in 50 esemplari la popolazione superstite nel golfo di Thailandia, a est.

Cambogia: i dati sui dugonghi sono molto scarsi. Considerato abbondante fino al 1975, non sono state effettuate altre ricerche, a causa della guerra e dei problemi politici, fino al 1990. Si hanno invece notizie di catture accidentali di alcuni esemplari, sempre per colpa delle reti da pesca, negli anni '90. Un rapporto del 2001, basato su interviste, fa sperare che un gruppo sopravviva nelle acque del sud-est del paese, vicino alla frontiera col Vietnam.

Vietnam: non ci sono rapporti recenti sulla popolazione dei dugonghi in Vietnam, considerati abbondanti fino al 1960. Sono stati riportati nel sud-est del paese nei pressi dell'isola Phu Quoc e nelle isole Con Dao, al largo del delta del Mekong. Stime del 2000 parlano di 10-20 esemplari in queste isole. In queste stesse isole, dal 1997 al 2000, sono stati rinvenuti 9 esemplari morti, per cause ignote. Vari rapporti suggeriscono che non ci siano popolazioni stanziali, ma che i dugonghi migrino nelle acque vietnamite quando il cibo scarseggia in altre località.

Giappone: La presenza dei dugonghi nelle acque delle isole Nansei Shoto (ex Ryukyu) è conosciuta da molti secoli, come attestano i ritrovamenti delle sue ossa in molti siti archeologici. Attualmente la sua presenza è confermata solo nell'isola di Okinawa, soprattutto lungo la costa est, dalla penisola di Katsuren fino a Ibu Beach, nel nord. Okinawa rappresenta il limite nord della distribuzione di questo animale, Ci sono stati vari avvistamenti casuali, ma non è stata fatta nessuna ricerca approfondita.
Ricerche aeree condotte nel 1979 e nel 1999 nelle isole Sakishima Shoto, al limite meridionale di questo lungo arcipelago, non hanno dato i risultati positivi sperati, nonostante le abbondanti praterie di fanerogame presenti in queste isole. Il dugongo viene pertanto considerato estinto in questa zona, considerando anche che non si sono viste le tipiche tracce che lascia nelle distese di fanerogame, non sono state riportate catture accidentali dopo il 1970 e che nella zona si fa ampio uso di reti da pesca, che sicuramente minacciano la sopravvivenza di questa specie.

Formosa: ci sono buone probabilità che il dugongo sia ormai estinto. Già nel 1986 veniva considerato raro. Nell'ultimo decennio non si sono registrate catture accidentali nè sono stati segnalati avvistamenti, nonostante l'aumentato interesse nelle ricerche sui mammiferi marini, a partire dal 1990. Va aggiunto che a Formosa c'è stato un intenso sviluppo edilizio e industriale, con conseguente aumento dell'inquinamento ambientale.

Cina: non si conosce con precisione la situazione del dugongo in Cina, nè la sua distribuzione. Sembra comunque che la sua presenza sia limitata alle acque più calde delle coste meridionali, di fronte all'isola di Hainan e lungo la costa occidentale di quest'ultima. Ricerche effettuate tra il 1998 e il 2000 hanno avvistato alcuni esemplari sia sulla costa continentale, nel golfo di Beihai, che nella parte occidentale dell'isola, dove pare la popolazione di dugonghi sia più abbondante. Una volta i dugonghi abitavano (forse solo stagionalmente) le fredde acque di fronte all'estuario del fiume Pearl, adiacente ad Hong Kong, ma non si hanno notizie di avvistamenti negli ultimi anni.
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4. Isole del Pacifico

Per quasi tutte queste isole, le notizie sul dugongo sono scarse e frammentarie. Va aggiunto che ovunque il dugongo è ancora cacciato per la sua carne, molto apprezzata, nonché per usi e cerimonie tribali, che fanno parte delle tradizioni di questi popoli.

Papua Nuova Guinea: il dugongo è presente lungo tutta la costa di questo territorio e in quasi tutte le 600 isole che ne fanno parte. Rilevazioni fatte nel 1973-74 hanno rivelato che le più grosse concentrazioni, con gruppi di 20-50 individui, erano nell'isola di Manus, lungo la costa nord dal confine con l'Irian Jaya alla foce del fiume Sepik, nell'isola West New Britain e dalla foce del fiume Fly al confine sud-occidentale con l'Irian Jaya. Nel 1975 un'altra indagine su un'ampia parte delle coste ha individuato 186 dugonghi, con due concentrazioni di almeno 29 e 39 dugonghi a Warrior Reef, di fronte allo stretto di Torres.

Isole Salomon: non si hanno notizie precise sulla presenza del dugongo in questo arcipelago, ma è stato avvistato nella laguna di Marovo, a sud dell'isola New Georgia.

Palau: una piccola comunità di dugonghi vive in quest'isola, al limite occidentale delle Caroline. Anche qui si nota un declino, come testimoniano tre ricerche aeree effettuate nel 1978, 1983 e 1991, con avvistamenti che sono calati dai 34-38 esemplari nelle due prime ricognizioni, ai 26 nell'ultima. Questa comunità è una delle più isolate al mondo, distando 800 Km. dall'Irian Jaya, a sud e 850 Km. dalle Filippine, a ovest.

Nuova Caledonia: anche per questo territorio si hanno poche informazioni. La presenza del dugongo è stata segnalata lungo la costa occidentale e nord orientale di Grande Terre, l'isola principale e, nel 2000, vicino all'estuario del fiume Diahot. Le testimonianze locali confermano comunque il suo declino.

Vanuatu: Queste isole rappresentano il limite orientale alla distribuzione del dugongo. Più a est le praterie di fanerogame diventano più rare o assenti, ponendo così un limite all'espansione di questo animale. Non si hanno molte informazioni riguardo ai dugonghi di questa zona. Una ricerca aerea del 1987 ha rivelato la presenza di 11 dugonghi, singoli o in coppia, compresi due piccoli con le loro madri.   [Top]

5. Australia

Australia occidentale: in questa regione ci sono tre aree con alta concentrazione di dugonghi:

  1. Shark Bay: indagini quantitative del 1989 e 1994 suggeriscono una popolazione di oltre 10.000 esemplari, mentre un'indagine del 1999 alza la stima a quasi 14.000 esemplari. Questo aumento va in parte attribuito anche al processo migratorio stagionale, come confermano studi via satellite sul movimento di alcuni dugonghi della zona, che hanno dimostrato come il dugongo sia in grado di percorrere lunghe distanze per cercare acque più calde. Pochissimi esemplari sono stati avvistati in acque con temperature inferiori ai 18°C.
  2. Ningaloo Marine Park e Exmouth Gulf: ricerche fatte nel 1989 e nel 1994 stimano la popolazione nel golfo di Exmouth in circa 1.000 esemplari, con uno spostamento all'interno del golfo che coincide con le praterie di fanerogame. Una successiva indagine del luglio 1999 ha avvistato però meno esemplari, con una stima di circa 330 individui. Una successiva indagine del 2000 ha avvistato solo 2 adulti, troppo pochi per stimare la popolazione dell'area. Si ipotizza che i dugonghi siano migrati a Shark Bay, dopo che il ciclone Vance, nel marzo 1999, ha distrutto le praterie di fanerogame. Nello stesso periodo, infatti, Shark Bay registra un notevole incremento di popolazione.
  3. La costa da Exmouth Gulf a De Grey River: varie ricerche fatte negli anni '80 confermano l'esistenza di buone concentrazioni di dugonghi su questa costa e nelle isole di fronte ad essa. Un'indagine aerea del 2000 stima la popolazione in circa 2.000 esemplari. In tutta quest' area le praterie di fanerogame sono molto estese e dovrebbero garantire un buon habitat anche per il futuro.

Territori del nord e golfo di Carpentaria: anche per questa regione si possono identificare tre aree di maggiore interesse:

  1. Costa nord (da Daly River a Milingimbi): indagini del 1984 e successive rielaborazioni, stimano una popolazioe di dugonghi di circa 13.800 esemplari, localizzata principalmente nelle zone con acqua bassa, in prossimità delle isole più grandi e nelle baie più ampie.
  2. Golfo di Carpentaria del Northern Territory: indagini del 1984/85 hanno prodotto stime simili: circa 16.800 individui, sia nella stagione secca che in quella umida. Successive indagini, in entrambe le stagioni, effettuate nel 1994/95 indicano un calo medio del 70% nella popolazione dei dugonghi. E' difficile interpretare questi dati, vista la sua capacità di migrare su lunghe distanze, senza analizzare allo stesso tempo la popolazione lungo le coste dell'adiacente Queensland.
  3. Golfo di Carpentaria del Queensland: diverse indagini compiute a partire dagli anni '70 identificano nelle isole Wellesley la zona con la massima concentrazione di dugonghi. La stima, nel 1991, è stata di circa 4.000 individui. Una successiva stima dell'intera area delle coste di questo golfo, adiacenti al Queensland, effettuata nel 1997 ha stimato una popolazione complessiva di circa 4.200 esemplari, di cui circa 2.650 nelle isole Wellesley. Questa riduzione può essere dovuta a fattori migratori, poiché le praterie di fanerogame di quest'area sono nettamente inferiori a quelle del lato ovest del golfo di Carpentaria.

Stretto di Torres e nord-est: Oggi lo stretto di Torres, che separa l'Australia da Papua Nuova Guinea, rappresenta la massima concentrazione al mondo di dugonghi. Negli anni sono state fatte varie indagini aeree, con risultati positivi: le stime indicano 13.319 (±2.136) esemplari nel 1987, nel 1991 la stima aumenta a 24.225 (±3.276) e nel 1996 sale ancora a 27.881 (±3.216) individui. Come si può notare, l'incremento nella popolazione è notevole e viene attribuito ad una probabile migrazione nell'area esaminata dalla vicina Papua.
I territori a nord-est comprendono la parte nord della Grande Barriera Corallina: indagini condotte dal 1985 al 2000 stimano da un minimo di 8.100 ad un massimo di 10.500 la popolazione dei dugonghi di questa zona. Le differenze non sono significative, mentre si sono notate, nelle varie indagini, distribuzioni differenti: se nel 1995 la massima concentrazione era a Bathurst Bay e Princess Charlotte Bay, nel 2000 la popolazione maggiore era un poco più a sud, tra Cape Melville e Lookout Point. I dugonghi preferiscono le acque protette dalla barriera, ma sono presenti anche sui reef mediani. Nella Grande Barriera Corallina le praterie di fanerogame arrivano ad una profondità massima di 58 metri e sono state avvistate tracce del passaggio del dugongo fino alla profondità di 33 metri.
In questa zona esistono parchi nazionali, aree protette e anche alcune comunità aborigene che ancora praticano la caccia al dugongo.

Aree urbane del Queensland: con questa denominazione si intende tutta la costa che va da Cooktown a Coolangatta, al confine con la regione del New South Wales e comprende la parte sud della Grande Barriera Corallina. Qui la distribuzione è molto più frazionata, se paragonata alla parte nord della Grande Barriera. Questo è dovuto in gran parte alla distribuzione più rada delle fanerogame, che vivono principalmente nelle ampie baie rivolte a nord, protette dai venti di sud-est. E' molto difficile interpretare, sul lungo termine, i dati forniti dalle ricerche sui dugonghi, per via degli spostamenti migratori. Una stima sull'intera area indica una tendenza alla diminuzione della popolazione, mentre altre indagini su base locale, indicano un aumento.
Uno studio sulle morti accidentali dovute alle reti anti-squalo, comuni in molte località tra Cairn e Sunshine Coast, indicherebbe un declino dell'8.7% annuo. Questo potrebbe significare che la popolazione attuale si sia ridotta al 3% di quella che era negli anni '60. Ricerche aeree tra il 1986/87 e 1994 indicano un declino della popolazione anche nella Grande Barriera Corallina, con una riduzione dei valori stimati da 3.480 a 1.680. Un'altra ricerca del 1999 indica però che la popolazione era notevolmente aumentata rispetto ai valori del 1994, riportandosi ai livelli del 1986/87.
Una ricerca del 1988 indicava in Hervey Bay l'area con la massima concentrazione di dugonghi, con una stima di 2.200 individui. Una successiva ricerca nella stessa area, nel 1992, stimava la popolazione a soli 70 individui. Sembra comunque che gran parte degli animali sia migrata più a sud, a Great Sandy Strait. Successive ricerche dell'intera area Hervey Bay - Great Sandy Strait hanno evidenziato un andamento altalenante, con valori compresi tra 600 individui nel 1993 e 1.650 nel 1999. Questo incremento non può essere possibile senza una migrazione, come infatti dimostrano gli spostamenti di alcuni individui monitorati via satellite.
Moreton bay, di fronte a Brisbane, rappresenta un'altra zona importante per il dugongo. Sono state fatte molte rilevazioni e stime, con valori variabili tra i 350 e i 900 individui. E' difficile paragonare questi dati, poiché le ricerche sono state condotte con metodologie diverse; è comunque importante notare come le ultime indagini indichino una percentuale di giovani esemplari pari al 10.7% e come questa baia, con le sue isole e canali, offra un rifugio nei mesi freddi, consentendo una facile uscita verso l'oceano, dove la temperatura è più calda. Gli individui monitorati via satellite hanno confermato l'uscita in oceano, attraverso il South Passage, su base quasi quotidiana.



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